venerdì 3 dicembre 2010

Il mondo in vetrina di Carlo Andreoli

Le grandi metropoli allo specchio. Il mondo spiato attraverso la superficie trasparente di una vetrina, come se fosse in vendita. In un gioco continuo di riflessioni e rovesciamenti dell’immagine l’obiettivo cattura la realtà composita del dentro e del fuori. Cosa c’è dietro una vetrina di Londra? Un cab, un lampadario, dei tavolini, una palazzo elegante, un passante? Cosa è dentro e cosa è fuori? La bambina che piange o che riflette sotto all’Empire State building di New York è stata dimenticata dentro a un negozio oppure è l’immagine riflessa di un manifesto pubblicitario? Il pane e il vino posti ai piedi di un grattacielo sono simbolo di comunione o di commercio? Lenin osserva pensieroso dalla finestra una San Peterburg che non riconosce più come la sua Leningrad oppure è solo un cimelio comunista per turisti?


Sono paesaggi urbani, dove la natura si manifesta solo per confondere e sporcare la nostra visione del mondo: gocce sull’obiettivo, raggi di luce come striature della realtà.

Il mondo ci rovescia continuamente le sue immagini che ci appaiono reali e incontrovertibili, solide testimonianze di un presente certo e promessa di un futuro obbligato a essere più grande, più bello, più veloce.

E’ sufficiente una lastra di vetro per insinuare in noi il dubbio che tutto quello che crediamo essere il nostro presente non è altro che una riflessione della nostra paura, una parete trasparente dietro la quale crediamo di nasconderci.

Ci sediamo come un piccolo Buddah nudo a meditarci su, ma forse siamo solo i soggetti di una nuova pubblicità di uno shampoo.

Foto di Carlo Andreoli
Testo di Fabio Musati










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