sabato 4 febbraio 2012

A ciascuno il suo... sud

http://www.firmiamo.it/rimozione-dei-segnali-di-intolleranza-a-varallo-sesia

Kein entragung hund und italiener

Interdit aux chiens et aux italiens


Toegang verboden voor honden en  italians 

Vietato l’ingresso ai cani e agli italiani


Cartelli razzisti come questi, che purtroppo ricordano da vicino quelli che accolgono residenti, turisti e visitatori di passaggio a Varallo, non molti anni fa erano esposti nei pubblici esercizi in Svizzera, Belgio, Germania e molti altri paesi.

Tra il 1820 e il 1980 ventisette milioni di italiani, e in quanti anche dalla nostra Valsesia, sono emigrati all’estero per cercare fortuna. Specialmente nei paesi anglosassoni gli italiani venivano visti come i peggiori tra gli immigranti, cittadini di serie B.
Gli stereotipi sull'italiano medio si sprecavano: erano i più ignoranti, i più sporchi, i più rissosi, i più propensi a delinquere (grazie anche all'associazione con la mafia), i più chiassosi e gesticolanti, col coltello in tasca sempre pronto all'uso, spesso paragonati ad animali; nelle Little Italy americane dormivano insieme agli asini e le scimmie.
Studi pseudo-scientifici cercarono di dimostrare che gli italiani non erano di razza bianca, molti erano troppo piccoli e scuri per essere paragonati ai nord europei, quindi dovevano avere sangue africano. Da qui gli italiani erano classificati come di razza inferiore e pericolosa per quei paesi che  vedevano arrivare milioni di nostri connazionali che, oltre a rubare il lavoro, avrebbero "infettato" la purezza della razza caucasica.

Ancora oggi in Svizzera la Lega del Canton Ticino non sopporta gli immigrati, che per loro sono i lumbard, ovvero quei 45000 padani terroni che dai comuni confinanti di Como, Varese, Sondrio e Verbania salgono tutti giorni al Nord per laurà.

Questo partito, che ha avuto il 30% alle recenti elezioni locali, usa come motto: Fuori gli italiani dalla Svizzera!

A ciascuno il suo… sud.

Fabio Musati



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