martedì 14 dicembre 2010

Questo non è un paese

Parafrasando Cormac Mac Carthy, questo non è un paese per vecchi che vogliono andare in pensione, per giovani che vogliono studiare, per quelli che vogliono lavorare, per donne che vogliono contare senza fare le veline o le escort, per i ricercatori, per i professori, per gli operai della Fiat, per gli onesti, per uomini, per la democrazia.
E' ormai un paese per ladri, ruffiane e puttane.
Questa è stata la lezione (l'ennesima) di oggi.
Giovani, andatevene!

sabato 11 dicembre 2010

In viaggio con l'artista Carlo Andreoli (ALO)

In viaggio con l'artista Carlo Andreoli (ALO): "Il viaggio inizia una sera sul lungo Po, dentro quelle acque torbide e scure che si direbbero più generose di rifiuti che di storie da racco..."

Il crepuscolo degli eroi

La nona ora della liturgia cristiana corrisponde alla preghiera di metà pomeriggio, alle 15 per esattezza.
In quest’ora di passaggio della giornata, Papa Wojtyla viene colpito sulle gambe da un meteorite di medie dimensioni. Il suo corpo, addobbato come per il Giubileo, è steso a terra, le mani tengono con fermezza l’asta di un crocefisso. Il Papa tiene gli occhi chiusi, una ruga gli corruga la fronte, ma nel complesso il suo viso è sereno, non pare quello di qualcuno che ha subito una tale condanna dal cielo, non sembra morto, ma solo sognante oppure concentrato in preghiera. Le sue vesti non sono lacerate dal grosso masso nero e nemmeno insanguinate, come se il meteorite fosse stato appoggiato con attenzione sul suo corpo già disteso. Dall’alto, un tamburino in tenera età, seduto in una nicchia con i piedi sospesi sulla scena, alterna la totale immobilità a un ritmo stentato e impreciso. Il tutto crea una situazione di tempo sospeso, dove si attende da un momento all’altro qualcuno che narri o canti la scena, oppure che innalzi un inno o un salmo, invece non succede nulla, solo l’iterazione infinita del battito irregolare del tamburino che non risveglia il Papa, sempre disteso a terra. Nessuno interviene per liberare il suo povero corpo intrappolato sotto il meteorite, un signore in divisa non lo lascia avvicinare da nessuno.

Intervista ad Ale Senso [BONUS: photogallery]

Intervista ad Ale Senso [BONUS: photogallery]

venerdì 3 dicembre 2010

Il mondo in vetrina di Carlo Andreoli

Le grandi metropoli allo specchio. Il mondo spiato attraverso la superficie trasparente di una vetrina, come se fosse in vendita. In un gioco continuo di riflessioni e rovesciamenti dell’immagine l’obiettivo cattura la realtà composita del dentro e del fuori. Cosa c’è dietro una vetrina di Londra? Un cab, un lampadario, dei tavolini, una palazzo elegante, un passante? Cosa è dentro e cosa è fuori? La bambina che piange o che riflette sotto all’Empire State building di New York è stata dimenticata dentro a un negozio oppure è l’immagine riflessa di un manifesto pubblicitario? Il pane e il vino posti ai piedi di un grattacielo sono simbolo di comunione o di commercio? Lenin osserva pensieroso dalla finestra una San Peterburg che non riconosce più come la sua Leningrad oppure è solo un cimelio comunista per turisti?


Sono paesaggi urbani, dove la natura si manifesta solo per confondere e sporcare la nostra visione del mondo: gocce sull’obiettivo, raggi di luce come striature della realtà.

Il mondo ci rovescia continuamente le sue immagini che ci appaiono reali e incontrovertibili, solide testimonianze di un presente certo e promessa di un futuro obbligato a essere più grande, più bello, più veloce.

E’ sufficiente una lastra di vetro per insinuare in noi il dubbio che tutto quello che crediamo essere il nostro presente non è altro che una riflessione della nostra paura, una parete trasparente dietro la quale crediamo di nasconderci.

Ci sediamo come un piccolo Buddah nudo a meditarci su, ma forse siamo solo i soggetti di una nuova pubblicità di uno shampoo.

Foto di Carlo Andreoli
Testo di Fabio Musati










Tre foto della presentazione di Sesto

 Sembra più una riunione di un consiglio di classe dei genitori di una materna che una presentazione!


Foto di Gianfranco Candida

Un ritratto artistico eseguito da Carlo Andreoli (ALO)

Così mi vede l'artista Carlo Andreoli. La foto l'ho fatta col telefonino, vale quello che vale. Chi vuole ammirare l'opera faccia una salto da me.

Carlo Andreoli (ALO): Intervista di Fabio Musati ad ALO davanti a un pia...

Carlo Andreoli (ALO): Intervista di Fabio Musati ad ALO davanti a un pia...: "Intervista ad ALO, davanti a un piatto di risotto e a varie bottiglie di vino rosso A 11 anni fondevo barattoli di plastica e di metallo c..."