“La popolazione di questo secondo giardino[zoologico]
dovrebbe essere più numerosa di quella
del primo, dato che i mostri nascono per combinazione d’elementi d’essere
reali, e che le possibilità dell’arte
combinatoria sono infinite.”
Con queste
parole, J.L.Borges, il grande maestro argentino della letteratura fantastica,
qui coadiuvato dalla connazionale M.Guerrero, introduce il Manuale di zoologia
fantastica, dove ritroviamo tutti gli animali immaginari delle mitologie
egizie, greche, latine, ebraiche, insieme a molti altri mostri letterari. In
questo breve compendio, invece, non tratteremo dei classici animali fantastici
come Cerbero, Centauro, Basilisco, Idra, Chimera, Fenice, Sfinge, Minotauro,
Ippogrigo, Pegaso, Grifone, Unicorno, Manticora, Mandragora, Mirmicoleone, ma
ci soffermeremo su alcuni curiosi esseri immaginari estratti dalle pagine di
autori della letteratura fantastica del ventesimo secolo, da Kafka a Benni.
Senza la pretesa
di avere un vero e proprio approccio sistemico, ci siamo divertiti a
suddividerli in quattro classi:
Divertenti
L’orso dei tubi: sono
l’orso dei tubi della casa, mi arrampico per i tubi nelle ore del silenzio, i
tubi dell’acqua calda, del riscaldamento, dell’aria condizionata, vado lungo i
tubi da un appartamento all’altro e sono l’orso che va per i tubi [...] il mio
pelo mantiene pulite le condutture [...] qualche volta fuori tiro fuori una
zampa dal rubinetto e la ragazza del terzo piano strilla [...]
J.Cortazar,
Storie di cronopios e di fama
Pappagatto: Animale
molto grazioso, dai colori vivacissimi; ricorda un po' il pappagallo e un po'
il gatto. È molto socievole, e può essere tenuto in casa su un trespolo (ma
senza catena!). A differenza del pappagallo, che ripete meccanicamente quello
che sente, il pappagatto (essendo anche gatto e quindi animale libero e
indipendente) dice sempre quello che gli pare.
S.Benni, I
meravigliosi animali di Stranilandia
Dispettosi
Il casoar: pensa a uno struzzo con un
copriteiera di corno in testa, una bicicletta schiacciata fra due auto e
accartocciata su se stessa, una calcomania mal riuscita in cui dominino il
viola sporco e una specie di crepitio. Vive in Australia, il casoar; è vile e
nello stesso tempo pericoloso; i guardiani entrano nella sua gabbia calzando
stivaloni di cuoio e muniti di un lanciafiamme.
J.Cortazar,
Storie di cronopios e di fama
Fastitocalon: ha l’aspetto di una petra
rugosa ed è come ricoperta di sabbia; i marinai che la vedono la scambiano per
un’isola. Ormeggiano i loro vascelli dall’alta prua alla falsa terra e sbarcano
senza temere alcun pericolo. Preparano il bivacco, accendono il fuoco e si
addormentano, sfiniti. La traditrice si immerge allora nell’oceano.
J.L. Borges, Il
libro degli esseri immaginari
Yinn: all’inizio appaiono come nuvole o
pilastri informi; poi, a loro piacimento, assumono sembianze di un uomo, di uno
sciacallo, di un lupo, di un leone, di uno scorpione o di una serpe. Dalle
terrazze o dai balconi gettano pietre sulla gente, e inoltre hanno l’abitudine
di rapire le belle donne.
J.L. Borges, Il
libro degli esseri immaginari
Patetici
Metà gatto metà agnello: possiedo
una strana bestiola, metà gattino, metà agnello. Proviene dall’eredità paterna[...]
del gatto ha la testa e gli artigli, dell’agnello la grossezza e la figura: di
entrambi gli occhi sfavillanti e selvaggi, la pelliccia morbida e attillata, i
movimenti ora saltellanti ora striscianti[...] Non sa miagolare e ha orrore dei
topi [...] ha in sé le due inquietuduni, quella del gatto e quella
dell’agnello, per quanto diverse esse siano. Forse il coltello da macellaio
sarebbe una liberazione per questo animale, ma avendolo eriditato bisogna che
io gliela neghi.
F.Kafka, L’incrocio
Lo Squonk: è di tinta
molto cupa e in genere viaggia all’ora del crepuscolo. La pelle, che è coperta
di verruche e di nei, non gli calza bene; a giudizio dei competenti è il più
sfortunato tra tutti gli animali. Rintracciarlo è facile perché piange
continuamente e lascia una traccia di lacrime. Quando lo serrano e non può
fuggire, o quando lo sorprendono e lo spaventano, si dissolve in lacrime.
W.T.Cox, Fearsome Creatures of the Lumberwoods
(testo
ripreso dai Genesis nella canzone omonima dell’album Trick of the tail)
L’Odradek: alla prima
appare come un rocchetto piatto a forma di stella, e infatti sembra rivestito
di filo[...] ma non è soltanto un rocchetto; dal centro della stella sporge una
piccola stanghetta verticale, e su questa stanghetta ne è incastrata una
seconda d angolo retto [...] Egli soggiorna, secondo i casi in soffitta, per le
scale, nei corridoi, nel vestibolo[...] Che egli debba continuare ad
avvoltolarsi giù per le scale, trascinandosi dietro un filo, fra i piedi dei
miei figli e dei figli dei miei figli? [...] L’idea che possa anche sopravvivermi,
mi è quasi dolorosa.
F.Kafka, la
preoccupazione del padre di famiglia
(nome ripreso da
una casa editrice, nonché catena di librerie a Milano e Roma)
Mentali
Il coniglietto di Cortazar: quando
sento che sto per vomitare un coniglietto, mi ficco due dita in bocca come una
pinza aperta, e aspetto di sentire nella gola la peluria tepida che sale come
effervescenza di sali di frutta. Tutto è veloce ed igienico, avviene in un
brevissimo istante. Estraggo le due dita dalla bocca, e stringo, per le
orecchie, un coniglietto bianco. Il coniglietto sembra contento, è un
coniglietto normale, perfetto, soltanto molto piccolo, piccolo come un
coniglietto di cioccolato ma bianco e veramente un coniglietto. [...] Non era poi tanto terribile vomitare coniglietti una
volta entrati nel ciclo invariabile, nel metodo.
J. Cortazar,
Bestiario
Il vipistrello: Un
vipistrello, non un pipistrello ma precisamente un grosso vipistrello, non so
davvero capire di dove, è entrato e s’è messo a svolazzare. Entrato forse qui
dentro, e svolazzare per la cella ? Nossignori, proprio tra le pareti della mia
scatola cranica. E prima è rimasto invescato tra i robusti ragnateli, poi,
avendoli lacerati a forza di dibattersi, giù ostinatamente contro la mia fronte
come i mosconi contro i vetri: c’era entrato, da qualche parte, e ora non
sapeva più uscire. S’intende che, sternutendo sempre più forte, lo ho fatto
schizzar fuori, lo ho afferrato e spianato colle palme e coll’aiuto d’una
sbarra di ferro ; lo ho quindi piegato in otto, lo ho stirato alquanto, e
introdotto nel solito tubo della culidride carbonica, donde è andato a
raggiungere gli altri.
T.Landolfi,
Crancroregina
L’animale-giglio: Esso non
pare avere cuore da trafiggere, né capo da mozzare, né sangue da effondere.
Chiunque abbia cercato di ucciderlo con frecce [...] lo ha attraversato senza
recargli alcun danno ; [...] ma che corpo è mai ? [...] infine, ed è il miglior metodo accertato, ucciderlo in sogno, in
questo modo: si prende il sogno in cui è l’animale giglio, lo si arrotola e
infine straccia, senza gesti d’ira.
G.Manganelli,
Centuria
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