martedì 13 settembre 2011

Piccolo compendio di zoologia fantastica



“La popolazione di questo secondo giardino[zoologico] dovrebbe essere più  numerosa di quella del primo, dato che i mostri nascono per combinazione d’elementi d’essere reali,  e che le possibilità dell’arte combinatoria sono infinite.”



Con queste parole, J.L.Borges, il grande maestro argentino della letteratura fantastica, qui coadiuvato dalla connazionale M.Guerrero, introduce il Manuale di zoologia fantastica, dove ritroviamo tutti gli animali immaginari delle mitologie egizie, greche, latine, ebraiche, insieme a molti altri mostri letterari. In questo breve compendio, invece, non tratteremo dei classici animali fantastici come Cerbero, Centauro, Basilisco, Idra, Chimera, Fenice, Sfinge, Minotauro, Ippogrigo, Pegaso, Grifone, Unicorno, Manticora, Mandragora, Mirmicoleone, ma ci soffermeremo su alcuni curiosi esseri immaginari estratti dalle pagine di autori della letteratura fantastica del ventesimo secolo, da Kafka a Benni.


Senza la pretesa di avere un vero e proprio approccio sistemico, ci siamo divertiti a suddividerli in quattro classi:


Divertenti

L’orso dei tubi: sono l’orso dei tubi della casa, mi arrampico per i tubi nelle ore del silenzio, i tubi dell’acqua calda, del riscaldamento, dell’aria condizionata, vado lungo i tubi da un appartamento all’altro e sono l’orso che va per i tubi [...] il mio pelo mantiene pulite le condutture [...] qualche volta fuori tiro fuori una zampa dal rubinetto e la ragazza del terzo piano strilla [...]

J.Cortazar, Storie di cronopios e di fama


Pappagatto: Animale molto grazioso, dai colori vivacissimi; ricorda un po' il pappagallo e un po' il gatto. È molto socievole, e può essere tenuto in casa su un trespolo (ma senza catena!). A differenza del pappagallo, che ripete meccanicamente quello che sente, il pappagatto (essendo anche gatto e quindi animale libero e indipendente) dice sempre quello che gli pare.

S.Benni, I meravigliosi animali di Stranilandia


Dispettosi


Il casoar: pensa a uno struzzo con un copriteiera di corno in testa, una bicicletta schiacciata fra due auto e accartocciata su se stessa, una calcomania mal riuscita in cui dominino il viola sporco e una specie di crepitio. Vive in Australia, il casoar; è vile e nello stesso tempo pericoloso; i guardiani entrano nella sua gabbia calzando stivaloni di cuoio e muniti di un lanciafiamme.

J.Cortazar, Storie di cronopios e di fama


Fastitocalon: ha l’aspetto di una petra rugosa ed è come ricoperta di sabbia; i marinai che la vedono la scambiano per un’isola. Ormeggiano i loro vascelli dall’alta prua alla falsa terra e sbarcano senza temere alcun pericolo. Preparano il bivacco, accendono il fuoco e si addormentano, sfiniti. La traditrice si immerge allora nell’oceano.

J.L. Borges, Il libro degli esseri immaginari


Yinn: all’inizio appaiono come nuvole o pilastri informi; poi, a loro piacimento, assumono sembianze di un uomo, di uno sciacallo, di un lupo, di un leone, di uno scorpione o di una serpe. Dalle terrazze o dai balconi gettano pietre sulla gente, e inoltre hanno l’abitudine di rapire le belle donne.

J.L. Borges, Il libro degli esseri immaginari



Patetici


Metà gatto metà agnello: possiedo una strana bestiola, metà gattino, metà agnello. Proviene dall’eredità paterna[...] del gatto ha la testa e gli artigli, dell’agnello la grossezza e la figura: di entrambi gli occhi sfavillanti e selvaggi, la pelliccia morbida e attillata, i movimenti ora saltellanti ora striscianti[...] Non sa miagolare e ha orrore dei topi [...] ha in sé le due inquietuduni, quella del gatto e quella dell’agnello, per quanto diverse esse siano. Forse il coltello da macellaio sarebbe una liberazione per questo animale, ma avendolo eriditato bisogna che io gliela neghi.

F.Kafka, L’incrocio



Lo Squonk: è di tinta molto cupa e in genere viaggia all’ora del crepuscolo. La pelle, che è coperta di verruche e di nei, non gli calza bene; a giudizio dei competenti è il più sfortunato tra tutti gli animali. Rintracciarlo è facile perché piange continuamente e lascia una traccia di lacrime. Quando lo serrano e non può fuggire, o quando lo sorprendono e lo spaventano, si dissolve in lacrime.

W.T.Cox, Fearsome Creatures of the Lumberwoods

(testo ripreso dai Genesis nella canzone omonima dell’album Trick of the tail)



L’Odradek: alla prima appare come un rocchetto piatto a forma di stella, e infatti sembra rivestito di filo[...] ma non è soltanto un rocchetto; dal centro della stella sporge una piccola stanghetta verticale, e su questa stanghetta ne è incastrata una seconda d angolo retto [...] Egli soggiorna, secondo i casi in soffitta, per le scale, nei corridoi, nel vestibolo[...] Che egli debba continuare ad avvoltolarsi giù per le scale, trascinandosi dietro un filo, fra i piedi dei miei figli e dei figli dei miei figli? [...] L’idea che possa anche sopravvivermi, mi è quasi dolorosa.

F.Kafka, la preoccupazione del padre di famiglia

(nome ripreso da una casa editrice, nonché catena di librerie a Milano e Roma)



Mentali



Il coniglietto di Cortazar: quando sento che sto per vomitare un coniglietto, mi ficco due dita in bocca come una pinza aperta, e aspetto di sentire nella gola la peluria tepida che sale come effervescenza di sali di frutta. Tutto è veloce ed igienico, avviene in un brevissimo istante. Estraggo le due dita dalla bocca, e stringo, per le orecchie, un coniglietto bianco. Il coniglietto sembra contento, è un coniglietto normale, perfetto, soltanto molto piccolo, piccolo come un coniglietto di cioccolato ma bianco e veramente un coniglietto. [...] Non era  poi tanto terribile vomitare coniglietti una volta entrati nel ciclo invariabile, nel metodo.

J. Cortazar, Bestiario



Il vipistrello: Un vipistrello, non un pipistrello ma precisamente un grosso vipistrello, non so davvero capire di dove, è entrato e s’è messo a svolazzare. Entrato forse qui dentro, e svolazzare per la cella ? Nossignori, proprio tra le pareti della mia scatola cranica. E prima è rimasto invescato tra i robusti ragnateli, poi, avendoli lacerati a forza di dibattersi, giù ostinatamente contro la mia fronte come i mosconi contro i vetri: c’era entrato, da qualche parte, e ora non sapeva più uscire. S’intende che, sternutendo sempre più forte, lo ho fatto schizzar fuori, lo ho afferrato e spianato colle palme e coll’aiuto d’una sbarra di ferro ; lo ho quindi piegato in otto, lo ho stirato alquanto, e introdotto nel solito tubo della culidride carbonica, donde è andato a raggiungere gli altri.

T.Landolfi, Crancroregina



L’animale-giglio: Esso non pare avere cuore da trafiggere, né capo da mozzare, né sangue da effondere. Chiunque abbia cercato di ucciderlo con frecce [...] lo ha attraversato senza recargli alcun danno ; [...] ma che corpo è mai ? [...] infine, ed è il miglior metodo accertato, ucciderlo in sogno, in questo modo: si prende il sogno in cui è l’animale giglio, lo si arrotola e infine straccia, senza gesti d’ira.

G.Manganelli, Centuria


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