venerdì 13 luglio 2012

Recensione de "I primi tornarono a nuoto" di Giacomo Papi

E se vostro padre, col quale vi siete riconciliati soltanto dopo la sua morte, si presentasse una mattina davanti alla porta della sua villa, che ora considerate vostra? Oppure se rientrando a casa trovaste la vecchia, che ha vissuto li’ fino alla sua morte, intenta a frugare nel vostro cassetto della biancheria? O se ricomparisse il vostro amore di gioventù, con la freschezza di allora oppure se addirittura si presentassero, come usciti dai libri di storia, antichi romani,  faraoni egizi e uomini dell’età della pietra?



“ I primi tornarono a nuoto, la notte del secondo giorno. A sciami, nelle ore disabitate, entrarono in acqua dai porti addormentati, dai moli senza nome ... e nuotarono lenti in mezzo alla laguna ... uscirono dal mare come granchi o come rane, arrampicandosi sui pali,  sulle barche ormeggiate, sulle scale intagliate nella pietra e invasero le isole.”

Giacomo Papi rispolvera nel suo primo romanzo, pubblicato quest’anno da Einaudi, un topos classico della letteratura e un mito presente in molte religioni: e al terzo giorno resuscito’.

I suoi risorti non ritornano pero’ in qualità di spettri o di zombie e neppure ascendono al cielo come divinità. Sono persone normali. Ricompaiono in carne e ossa, nudi e impauriti, e riprendono la vita da dove l’avevano interrotta, reclamando il loro ‘posto’. Li chiamano rinati.

Questo é il plot del romanzo, semplice e originale al tempo stesso. L’autore lo sviluppa senza indugiare sugli aspetti più morbosi e senza eccedere in effetti speciali, ma con una scrittura piana e attenta che ci fa partecipare a questa nuova imprevista avventura umana che rimette in discussione le nostre certezze sulla vita e sulla morte.

Riporto l’estratto di un dialogo tra Serafino, il primo rinato, e Maria, la donna incinta del protagonista del romanzo:

-          Cioé, adesso lei é vivo, ma prima era morto. Ora é tornato.

-          E che differenza ci sarebbe?

-          Come che differenza c’é? Che lei é rinato. E’ risorto. Ha mai sentito parlare di resurrezione? Okay, lasci stare. Lo sapevo che mi prendeva per pazza.

Il vecchio la fisso’ negli occhi. Maria resse lo sguardo.

-          In effetti, é da un po’ che mi sento strano. Pero’, scusi, mi faccia capire, lei crede di essere normale con quel pancione?

-          Che cos’ha di tanto strano, scusi?

-          Ci vive dentro un’altra persona, si rende conto? E’ abitato. E’ che ci si adatta a tutto, anche ai prodigi. Mi riferisco alla vita, non alla morte.

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