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Con questo sorprendente esordio letterario, Silvia Palano ci offre un romanzo che è un thriller sulla moralità della storia. Con uno stile pacato e asciutto spalanca la porta dell'inferno e il lettore non puo' fare altro che perdersi nelle 274 pagine del libro per poi finire esausto il percorso davanti alla Tomba 321, ma andiamo per gradi...
Buenos Aires, gennaio 1979, un
uomo di circa settant’anni entra in una chiesa e affida a un giovanissimo prete
di origini tedesche un diario che racconta la propria gioventù di ufficiale
delle SS. Il diario inizia nel 1938 a Kassel con la notte dei cristalli, dove
Josef incendia la sinagoga e distrugge i negozi degli ebrei, continua con il
periodo di addestramento a Berlino, la
successiva assegnazione al lager di Mauthausen, poi in missione al famigerato
Castello degli orrori di Hartheim e in via definitiva ad Auschwitz fino a
qualche giorno prima della liberazione del campo, in pratica copre tutto la
fase più aggressiva dell'antisemitismo. Alle pagine del diario si alternano i
fitti dialoghi tra il vecchio nazista che vuole essere confessato, senza
peraltro mostrare mai i segni di sincero pentimento, e il giovane prete che non
vuole perdonarlo…
Ovvero prendi Se questo è un uomo di Primo Levi e rovescialo, otterrai Tomba 321: la parola ai carnefici. Tanto Primo Levi
è impietoso nel raccontare l’Auschwitz infernale dei deportati con la loro vita
subumana dove ci si uccide per una gamella di brodaglia in più e i nazisti
fanno da sfondo al racconto, divinità del male intoccabili, quanto in Tomba
321 il lager è raccontato dall’aguzzino e i prigionieri non ci sono come
persone, se non come massa indistinta, sporca e puzzolente che genera fastidio, a tratti imbarazzo fisico all’ufficiale, mai pietà.
Il romanzo è ben giocato su due livelli narrativi: il
diario e il dialogo serrato tra il prete e il vecchio nazista che assurgono a rappresentazioni simboliche del bene e del male. Ciò che colpisce è come l’autrice sia riuscita a immedesimarsi in ruoli maschili; soprattutto il
diario di Josef sembra proprio scritto da un giovane ufficiale infervorato
dalla propaganda hitleriana. E’ un linguaggio virile – maschio si sarebbe detto
allora – che non lascia spazio a sentimenti che non siano quelli strettamente
legati alla sua famiglia.
La storia cattura il lettore in una spirale che lo costringe a continuare, anche grazie a
una serie di colpi di scena che non possiamo svelare per non togliere gusto
alla lettura, e l’autrice riesce a
mantenere una sorta di equidistanza tra i due, a non mostrare una preferenza
tra il bene e il male ed è forse questo il suo trucco sapiente.
Gli
interessi e i pensieri di Josef sono tutti rivolti in due direzioni: la
carriera e la famiglia. E’ una perfetta rappresentazione della banalità del
male. Dispensa la morte come un freddo burocrate e intanto riflette su cosa gli
convenga fare per farsi benvolere dai superiori (possibile che
quell’imbecille abbia fatto carriera e io no?). Chiede di essere trasferito
ad Auschwitz perché si qui si vive, si lavora sodo e si puo’ fare carriera,
frigge ragazzini contro il filo di recinzione elettrificato e intanto pensa al
figlio malato. Si annoia per la vita del campo (una noia mortale), ma
non prova nessun senso di colpa per il suo spregevole compito. Nessuna
vergogna, nessuna pietà, al limite solo ribrezzo e imbarazzo per gli aspetti
esteriori della convivenza con quei mezziuomini maleodoranti: ci ha perciò ordinato di far riesumare i cadaveri e di bruciarli. Che
schifo! E qualche tenerezza scambiata con un’internata adolescente
costretta a lavorale al bordello del campo (Al
bordello ci si dimentica di trovarsi in un campo di concentramento). Nemmeno
l’eccitazione del sadico (non avevo voglia di ammazzare nessuno).
Soltanto le disgrazie della sua famiglia lo turbano (il fratello Rolf arrestato
perché dissidente, la moglie Anja suicida, il figlio malato), tutto il resto lo
lascia indifferente. Annoiato.
Tomba 321 è il convincente romanzo di una giovane esordiente che colpisce nel segno come un pugno sferrato nelle nostre parti molli, una storia che non puo' lasciare indifferenti e che farà discutere.
Se questa è una donna!